Marcela Beatriz Pavia
"De Puna y Pampa: Musica folklorica argentina"
per due chitarre
Edizioni Curci
Milano 2002 EC 11434
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Nella quasi totalità della musica per chitarra degli autori
latino-americani (da Villa-Lobos a Ginastera, per citare solo
i più rappresentativi) si può riscontrare un legame
più o meno stretto con matrici di origine folklorica.
La ricchezza delle forme della musica popolare sudamericana ha
da sempre costituito un patrimonio pressochè inesauribile
per l'ispirazione dei compositori che si sono avvicinati alla
chitarra. forse anche perchè il nostro strumento è
da sempre intimamente legato alle molteplici tradizioni musicali
di praticamente tutto il Sudamerica. Il materiale di origine folklorica
è stato utilizzato a vari livelli di complessità
ed elaborazione: dalla citazione di un semplice spunto melodico
o ritmico a vere e proprie trasposizioni strumentali di danze
e motivi popolari. Raramente però il repertorio tradizionale
di una specifica regione è stato indagato con un sufficiente
grado di sistematicità attraverso le sei corde. Accanto
quindi ad una grande quantità di opere fortemente marcate
da una matrice popolare, si è creata una certa confusione
fra le caratteristiche stilistiche e le provenienze di molte forme
musicali tipiche del repertorio sudamericano.
Tanti interpreti europei (e non ultimi gli italiani) si sono cimentati
con valzer venezuelani e milonghe argentine senza però
avere quel minimo di consapevolezza stilistica che sembra scontato
quandi si affronta un brano appartenente alla tradizione europea.
A questa situazione pone rimedio (almeno limitatamente alla musica
argentina) il fascicolo De Puna y Pampa della compositrice argentina
Marcela Beatriz Pavia che raccoglie dieci composizioni
per due chitarre rappresentative di diversi generi della musica
argentina. Incontriamo qui brani rappresentativi del folklore
di diverse aree dell'Argentina dal Carnavalito delle province
andine del Nord Ovest alla Milonga delle province del Centro e
del Sud, dalla Chacarera di Santiago del Estero alla Vidalita
della zona del Litoral e del Nord Ovest, ecc. Si tratta di espressioni
musicali popolari legate di volta in volta a forme di danza o
a canti di natura profana. Per una volta dunque ci si stacca dall'equazione
Argentina = Tango = Piazzolla che sembra aver monopolizzato l'interesse
di una gran parte del mondo chitarristico e non.
Marcela Pavia, compositrice formatasi presso l'Universidad
Nacional de Rosario e da alcuni anni impegnata in un'opera di
riscoperta e rivalutazione del patrimonio musicale del suo paese,
chiarisce nell'introduzione che la raccolta contiene "...melodie
tradizionali filtrate attraverso un processo d'elaborazione compositiva
che comporta da un lato, l'arrangiamento originale per due chitarre,
dall'altro, la composizione d'introduzioni, code, interludi, ecc..
o, ancora, la variazione delle parti ripetute -risorsa spesso
necessaria nelle versioni strumentali di brani originariamente
destinati al canto e alla danza." Due dei dieci brani presentati
sono di composizione originale dell'autrice nei quali, accanto
a una maggiore libertà d'invenzione formale, è mantenuta
una perfetta aderenza stilistica alle caratteristiche musicali
presenti nelle altre composizioni. La parte musicale del fascicolo
è molto opportunamente preceduta dalle "Note sui brani"
in cui l'autrice fornisce sintetiche informazioni sulle caratteristiche
formali, ritmiche, armoniche, melodiche delle composizioni, mettendo
anche in luce l'origine e l'evoluzione delle diverse forme. Gli
arrangiamenti, pur non discostandosi da un linguiaggio tradizionale,
sono condotti arricchendo le melodie di una polifonia talmente
densa che sfrutta appieno le possibilità tecniche e di
colore offerte da due chitarre. Non ci si aspetti quindi brani
senza grandi pretese destinati ad allievi dei primi corsi. Ad
eccezione delle prime due composizioni che sono relativamente
semplici (Vidala e Vidalita), le opere utilizzano una scrittura
ritmica non sempre immediata (originata dal tipico sovrapporsi
di ritmi in 6/8 e 3/4 o anche dall'alternarsi di 2/4 e 3/4) e
fanno uso di un ampio campionario di effetti tipicamente strumentali
(vari tipi di rasgueado, tambora, pizzicato, armonici, percussioni
sulla tavola, campanelas, tremolo, ecc..) che rendono l'esecuzione
non certo immediata ma conferiscono agli arrangiamenti un carattere
di grande effetto strumentale. La stesura chitarristica è
probabilmente frutto della collaborazione fra l'autrice e la chitarrista
milanese Laura Diegoli che ha curato le diteggiature
del volume.
A lei va il nostro plauso per la scelta di soluzioni sempre efficaci
e chiaramente indicate nella partitura. nell'insieme dunque uan
pubblicazione sicuramente consigliabile a chi voglia avvicinarsi
all'affascinante mondo della musica popolare argentina con il
necessario approfondimento stilistico e senza ripercorrere strade
già battute.
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