"Il Fronimo"
n.129 - anno trentatreesimo
Gennaio 2005

a cura di Leopoldo saracino



Marcela Beatriz Pavia
"De Puna y Pampa: Musica folklorica argentina"
per due chitarre

Edizioni Curci
Milano 2002 EC 11434


Nella quasi totalità della musica per chitarra degli autori latino-americani (da Villa-Lobos a Ginastera, per citare solo i più rappresentativi) si può riscontrare un legame più o meno stretto con matrici di origine folklorica.

La ricchezza delle forme della musica popolare sudamericana ha da sempre costituito un patrimonio pressochè inesauribile per l'ispirazione dei compositori che si sono avvicinati alla chitarra. forse anche perchè il nostro strumento è da sempre intimamente legato alle molteplici tradizioni musicali di praticamente tutto il Sudamerica. Il materiale di origine folklorica è stato utilizzato a vari livelli di complessità ed elaborazione: dalla citazione di un semplice spunto melodico o ritmico a vere e proprie trasposizioni strumentali di danze e motivi popolari. Raramente però il repertorio tradizionale di una specifica regione è stato indagato con un sufficiente grado di sistematicità attraverso le sei corde. Accanto quindi ad una grande quantità di opere fortemente marcate da una matrice popolare, si è creata una certa confusione fra le caratteristiche stilistiche e le provenienze di molte forme musicali tipiche del repertorio sudamericano.

Tanti interpreti europei (e non ultimi gli italiani) si sono cimentati con valzer venezuelani e milonghe argentine senza però avere quel minimo di consapevolezza stilistica che sembra scontato quandi si affronta un brano appartenente alla tradizione europea. A questa situazione pone rimedio (almeno limitatamente alla musica argentina) il fascicolo De Puna y Pampa della compositrice argentina Marcela Beatriz Pavia che raccoglie dieci composizioni per due chitarre rappresentative di diversi generi della musica argentina. Incontriamo qui brani rappresentativi del folklore di diverse aree dell'Argentina dal Carnavalito delle province andine del Nord Ovest alla Milonga delle province del Centro e del Sud, dalla Chacarera di Santiago del Estero alla Vidalita della zona del Litoral e del Nord Ovest, ecc. Si tratta di espressioni musicali popolari legate di volta in volta a forme di danza o a canti di natura profana. Per una volta dunque ci si stacca dall'equazione Argentina = Tango = Piazzolla che sembra aver monopolizzato l'interesse di una gran parte del mondo chitarristico e non.

Marcela Pavia
, compositrice formatasi presso l'Universidad Nacional de Rosario e da alcuni anni impegnata in un'opera di riscoperta e rivalutazione del patrimonio musicale del suo paese, chiarisce nell'introduzione che la raccolta contiene "...melodie tradizionali filtrate attraverso un processo d'elaborazione compositiva che comporta da un lato, l'arrangiamento originale per due chitarre, dall'altro, la composizione d'introduzioni, code, interludi, ecc.. o, ancora, la variazione delle parti ripetute -risorsa spesso necessaria nelle versioni strumentali di brani originariamente destinati al canto e alla danza." Due dei dieci brani presentati sono di composizione originale dell'autrice nei quali, accanto a una maggiore libertà d'invenzione formale, è mantenuta una perfetta aderenza stilistica alle caratteristiche musicali presenti nelle altre composizioni. La parte musicale del fascicolo è molto opportunamente preceduta dalle "Note sui brani" in cui l'autrice fornisce sintetiche informazioni sulle caratteristiche formali, ritmiche, armoniche, melodiche delle composizioni, mettendo anche in luce l'origine e l'evoluzione delle diverse forme. Gli arrangiamenti, pur non discostandosi da un linguiaggio tradizionale, sono condotti arricchendo le melodie di una polifonia talmente densa che sfrutta appieno le possibilità tecniche e di colore offerte da due chitarre. Non ci si aspetti quindi brani senza grandi pretese destinati ad allievi dei primi corsi. Ad eccezione delle prime due composizioni che sono relativamente semplici (Vidala e Vidalita), le opere utilizzano una scrittura ritmica non sempre immediata (originata dal tipico sovrapporsi di ritmi in 6/8 e 3/4 o anche dall'alternarsi di 2/4 e 3/4) e fanno uso di un ampio campionario di effetti tipicamente strumentali (vari tipi di rasgueado, tambora, pizzicato, armonici, percussioni sulla tavola, campanelas, tremolo, ecc..) che rendono l'esecuzione non certo immediata ma conferiscono agli arrangiamenti un carattere di grande effetto strumentale. La stesura chitarristica è probabilmente frutto della collaborazione fra l'autrice e la chitarrista milanese Laura Diegoli che ha curato le diteggiature del volume.
A lei va il nostro plauso per la scelta di soluzioni sempre efficaci e chiaramente indicate nella partitura. nell'insieme dunque uan pubblicazione sicuramente consigliabile a chi voglia avvicinarsi all'affascinante mondo della musica popolare argentina con il necessario approfondimento stilistico e senza ripercorrere strade già battute.



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